Rsa, Terzo settore al Tar contro Bertolaso

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Dopo il mancato adeguamento delle tariffe e il blocco delle stesse da parte di Regione Lombardia, Uneba, che riunisce oltre 450 realtà del socio-sanitario non profit, ricorre alla giustizia amministrativa. Nuovo capitolo di una guerra mai dichiarata

Ogni promessa è debito, recita l’adagio popolare. Quelli di Uneba Lombardia avevano dichiarato tutta la propria contrarietà alle decisioni, annunciate a fine anno da Regione Lombardia in materia di aggiornamento delle tariffe dell’assistenza in Rsa e comunità – ne avevamo scritto: Rsa Lombardia, i milioni di Bertolaso il fact checking del Terzo settore – e pareva difficile chinassero il capo. Infatti, è notizia fresca, ricorrono al Tar della Lombardia.

Come si è arrivati al ricorso

Era stata una contrarietà garbata, se vogliamo, documentata non certo ideologica, perché il più grande raggruppamento non profit del socio-sanitario regionale – 450 realtà – non è uso attingere alla dialettica dello scontro frontale, dell’attacco personale, della scomunica pubblica, ma certo quello sbandieramento dell’assessore Guido Bertolaso, quel declamare conti, aveva amareggiato più di un dirigente.

E poi quel divieto di ritoccare le tariffe – il “Blocco delle rette” strillato dalla comunicazione regionale – era stato vissuto davvero come un diktat dirigista, considerando che l’aumento previsto dal rifinanziamento, 3 euro a posto letto al giorno, era beffardamente risultato di gran lunga inferiore all’inflazione.

Così, il consiglio regionale dell’Unione aveva deliberato, il 16 febbraio scorso, di adire le vie della giustizia amministrativa contro la delibera della Giunta regionale 1513/2023, cosa che è stata completata il 29. «In particolare tale ricorso», si legge sul sito associativo, «si è soffermato nei confronti del punto 10 del deliberato (il cosiddetto blocco rette) e sui riferimenti ad esso relativi riportati nelle regole di sistema 2024».

Provvedimento che limita l’autonomia degli enti

Le motivazioni principali del ricorso? «Sono costituite da una limitazione della libertà delle nostre organizzazioni di poter autonomamente determinare la retta ai fini della sostenibilità economica dell’ente e della continuità del lavoro assistenziale delle nostre organizzazioni», dicono chiaro e tondo nell’organizzazione presieduta da Luca Degani.

Scorrendo la comunicazione che Uneba Lombardia ha inviato ai soci, per informarli del ricorso al Tar, si legge un passaggio centrale: «(…) la stragrande maggioranza di organizzazioni che gestiscono strutture per anziani e disabili in Regione Lombardia sono costituite da enti senza scopo di lucro dei quali Uneba è la massima rappresentante», si legge nel documento, che prosegue: «Tali Enti non hanno certamente, per legge e per dimensione etica, la volontà di porre in essere alcuna distribuzione di utili: le rette richieste sono esclusivamente a copertura dei costi e finalizzate a porre in essere gli investimenti necessari per il miglioramento della qualità di vita delle persone ospiti e per l’implementazione dei servizi offerti al territorio».

Ignorati per lo sviluppo della domiciliarità

E in relazione alla decisione di Regione, si osserva anche che è «altrettanto significativo, rispetto alla mancata capacità (di Bertolaso, ndr) di lettura dei problemi del nostro mondo, il fatto che al momento sul Piano socio sanitario regionale non sia previsto alcuno sviluppo dell’offerta di prestazioni di natura residenziale, semiresidenziale o diurna posta in essere dalle nostre organizzazioni. Si fa infatti riferimento sempre ed esclusivamente a quelli che sono i cosiddetti indici di dotazione territoriale».

Un scontro che si trascina da mesi

Insomma, lo scontro fra l’ex-capo della Protezione civile e il Terzo settore socio-sanitario lombardo – una guerra mai dichiarata come tale – s’arricchisce di un nuovo capitolo.

Le micce le aveva accese lui, alla fine dello scorso anno, con una serie di dichiarazioni sulla vetustà del modello delle Rsa, poi precisate come valutazioni di scenari futuri e non come giudizi di valore sugli operatori del settore. Come tali, però, erano stati vissuti. E quando è arrivato il rutilante blocco delle tariffe, con annesso misero ritocco ma strillato come se fosse la manna di biblica memoria, qualcosa s’era rotto. Definitivamente.

 

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