«In questi giorni – scrive Salvatore Nocera – tutta la stampa ha dato voce alle sacrosante reazioni dopo le sconsiderate parole del “generale” sulla riapertura delle classi speciali per gli alunni con disabilità in situazione di gravità. Non ho sentito invece altrettanta passione di recriminazione rispetto alle lentezze – per usare un eufemismo – dell’emanazione di norme amministrative già previste da quasi dieci anni dalle Leggi e che i vari Ministeri dell’Istruzione che si sono succeduti avrebbero dovuto emanare»
In questi giorni tutta la stampa ha dato voce alle sacrosante reazioni dopo le sconsiderate parole del “generale” sulla riapertura delle classi speciali per gli alunni con disabilità in situazione di gravità. Tutti siamo intervenuti sui social, strillando che «indietro non si torna!». Anche Tutta la città ne parla di Rai Radio 3 ha dedicato il 29 aprile una puntata di prima pagina (riascoltabile a questo link), in cui il professor Dario Ianes ha felicemente definito l’inclusione scolastica come «il DNA della scuola italiana». Quindi l’indignazione è stata generale, data l’ormai consolidata conquista legislativa di oltre cinquant’anni del processo inclusivo nelle classi comuni.
Invece, non ho sentito altrettanta passione di recriminazione rispetto alle lentezze – per usare un eufemismo – dell’emanazione di norme amministrative già previste da quasi dieci anni dalle Leggi e che i vari Ministeri dell’Istruzione che si sono succeduti avrebbero dovuto emanare; mi riferisco in particolare ai numerosi regolamenti previsti dal Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, che garantirebbero realmente all’inclusione italiana, una volta emanati, di non tornare indietro, anzi di andare avanti alla luce dell’ICF, la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
L’Osservatorio Permanente per l’inclusione del Ministero dell’Istruzione e del Merito che, per legge, deve fornire Pareri sui contenuti di tali Decreti, prima dell’emanazione di essi, proponendo, ove necessario, emendamenti, non è stato più riconvocato dal mese di settembre dello scorso anno, cioè da otto mesi; pare che esso scada naturalmente adesso in maggio e quindi non potrà più operare; sarà pertanto necessaria la ricostituzione di un nuovo Osservatorio, come ha già fatto per il proprio Osservatorio la Ministra per le Disabilità. E tuttavia, siccome la data di scadenza dell’Osservatorio del Ministero dell’Istruzione e del Merito era già nota a settembre dello scorso anno (e anche prima), perché il Ministero stesso, invece di convocare un’inutile riunione otto mesi fa, non ha azzerato il vecchio organismo in scadenza e non ne ha ricostituito uno nuovo, come ha fatto il Ministero per le Disabilità il cui nuovo Osservatorio lavora da mesi e ha già prodotto materiali molto utili?
Purtroppo, come dicevo, poche sono le voci levatesi per chiedere un’immediata ripresa dei lavori dell’Osservatorio per l’Inclusione. È intervenuto il sottoscritto su queste stesse pagine e sempre su «Superando.it» è intervenuto più volte il preside Gianluca Rapisarda; ma nulla si è mosso. Anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), più volte sollecitata da chi scrive, mentre è stata giustamente attivissima su altri àmbiti pure essi urgenti, non ha rincarato pubblicamente e pressantemente la dose delle richieste operative verso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, stante l’inerzia di esso.
Vero è che – improvvisamente -, il ministro Valditara in persona ha assunto una provvidenziale decisione d’urgenza, introducendo nel cosiddetto “Disegno di Legge Semplificazioni” l’articolo 16 che finalmente garantisce la continuità didattica dei docenti di sostegno precari. Questo era auspicato da tempo dalle famiglie degli alunni/alunne con disabilità e dalla FISH, che aveva previsto tale norma nella propria Proposta di Legge depositata dal presidente della Federazione Vincenzo Falabella al CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), del quale lo stesso Falabella è consigliere e presidente del neoistituito Osservatorio per la Disabilità, il tutto per avvalersi del potere costituzionale di iniziativa parlamentare, presentando tale Proposta di Legge al Parlamento.
Chi scrive ha sostenuto su queste pagine, sotto il profilo tecnico-giuridico, la bontà di contenuto di tale norma, criticata da più parti; anzi ho chiesto che il Ministro continui con il suo coraggio interventista, col proporre tale norma sulla continuità didattica anche per i docenti a tempo indeterminato.
Ora dunque, facendo mie le richieste di tantissime famiglie, mi permetto di rinnovare al Ministro la richiesta di voler avviare al più presto il nuovo Osservatorio, fissando dei termini, come ha fatto la inistra per le Disabilità, per la formulazione dei Pareri sulle bozze dei Regolamenti che il Dicastero in tanti anni deve pur aver abbozzato e che può in tempi brevi riaggiornare e adeguare ai nuovi propri indirizzi di politica scolastica.
Penso per altro che tanti anni di ritardo per l’emanazione di importantissimi regolamenti che faranno andare molto avanti la qualità dell’inclusione scolastica, non ci saranno più a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Da allora, infatti, entrerà in funzione l’Ufficio del Garante Nazionale per i Diritti delle Persone con Disabilità, dopo il varo da parte del Governo del Decreto Legislativo 20/24.
Tale Decreto attribuisce al Garante il potere di intervenire per sollecitare le Pubbliche Amministrazioni in caso di inerzia nell’emanare provvedimenti utili e necessari alla realizzazione dei diritti delle persone con disabilità.
Ora invece sono certo che, a seguito degli auspicati interventi della FISH, tramite il Gruppo Scuola, la Giunta e il Presidente della Federazione, il Ministro ricostituirà l’Osservatorio, provvedendo pure a una rapida emanazione di tutti gli importantissimi atti applicativi del Decreto 66/17. Non solo, ma provvederà pure a far correggere il portale dell’INPS, laddove è stata segnalata una gravissima omissione; infatti, per le nuove procedure di certificazione della disabilità, applicative dell’articolo 5 del citato Decreto 66/17, è scritto che esse servono solo «per chiedere le ore di “sostegno” didattico», mentre dovrebbe essere scritto, in modo legalmente corretto, «per tutti i sostegni previsti dalla normativa».
Solo così, quindi, non si andrà indietro né si rimarrà fermi, ma si andrà avanti nella qualità dell’inclusione scolastica.