E’ disponibile on line l’incontro organizzato per approfondire le novità contenute nella legge delega che mira al riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità. Fra i temi affrontati anche la disability card e le incompatibilità in tema di invalidità civile e previdenza. Putti (Inail): “La legge delega è un punto di svolta”. Caponetto (Ufficio Politiche disabilità): “Puntiamo ad uno standard nell'erogazione dei servizi pubblici”
Stefano Putti: “La legge delega è un punto di svolta”
“La legge delega – ha affermato nella sua introduzione il direttore centrale vicario Prestazione Socio sanitarie di Inail, Stefano Putti - detta dei principi e dei criteri direttivi, che sono particolarmente sentiti dall’Inail. Basti pensare al fatto che essa prevede normativamente l’introduzione della nozione di ‘accomodamento ragionevole’, nozione che l’Inail ha già adottato quando ha dovuto dare attuazione alle disposizioni in materia di reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro. Ma la nostra attenzione è anche sull’adozione di una definizione univoca di disabilità che sia coerente con l’articolo 1 della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, per non parlare della previsione normativa riguardante l’adozione del sistema di classificazione internazionale della disabilità chiamato ICF, approvato nel 2001 dall’Oms e che prevede una valutazione multidimensionale della disabilità: in questo campo dovremmo dire che come Inail siamo fra le prime amministrazioni pubbliche che hanno effettuato nel tempo, già dal 2001, sperimentazioni sull’applicazione di quel sistema di classificazione”.
Il direttore vicario di Prestazioni socio sanitarie di Inail ha poi ricordato che “il fulcro della riforma è l’elaborazione di un progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato come strumento operativo nel quale enucleare tutti gli interventi previsti a favore della persone con disabilità”. “Non c’è dubbio – ha concluso Putti - che questa legge, che peraltro attendevamo da anni, rappresenti un vero e proprio punto di svolta, la chiave per intervenire su problematiche annose che ancora oggi impediscono alle persone con disabilità di affermare i loro diritti costituzionalmente garantiti, con l’obiettivo di rendere la società sempre più improntata a criteri di equità sociale e di partecipazione inclusiva”.
Antonio Caponetto: “Puntiamo ad uno standard nell'erogazione dei servizi pubblici”
Anche Antonio Caponetto, capo dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha indicato l’Inail come “soggetto molto attivo” nel settore della disabilità, “un ente che ha una serie di progetti, di attività e di azioni che si sono rivelate particolarmente efficaci e possono essere utilizzate come modello”. “Alcuni dei punti qualificanti della legge delega – ha detto - sono già seguiti, riconosciuti e applicati da Inail”. In effetti, “alcuni principi che sono ricordati nella legge delega non sono di per se stessi delle novità ma l’idea è quella di trasformarli in degli standard, in un livello minimo di svolgimento delle funzioni pubbliche per tutte le persone con disabilità”.
Caponetto mette sotto osservazione in particolare il concetto di personalizzazione e partecipazione. “Se noi riprendiamo – dice - con un’adesione convinta i principi che sono indicati nella convenzione delle Nazioni Unite, ci dobbiamo rendere conto che la disabilità è una condizione che ha forti connotazioni di soggettività. Le azioni positive che si possono fare per abbattere, per quanto possibile, il gradino che separa la persona con disabilità da una piena inclusione, quelle azioni positive devono essere ritagliate sui bisogni delle persone con disabilità, le quali già hanno un gradino da superare e nei confronti delle quali dobbiamo porci, come strutture pubbliche, in un atteggiamento proattivo”. Penso, ha affermato Caponetto, anche “al tema importantissimo del collocamento mirato: l’inserimento nel lavoro è una frontiera importante perchè la prima inclusione è quella che si realizza permettendo a tutti di partecipare alla vita lavorativa”.
“La legge delega – continua il capo dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - punta anche a giungere ad uno standard nell'erogazione dei servizi pubblici, anche perché uno dei problemi che abbiamo come paese è una certa divergenza nella qualità dei servizi che si rendono nei diversi territori”. “Io credo – dice - che l’Italia non sia affatto indietro dal punto di vista della legislazione nei confronti delle persone con disabilità, ma deve fare di più per un riconoscimento effettivo, sostanziale e non solo formale, dei principi della convezione Onu. E soprattutto bisogna lavorare per riuscire a garantire una certa omogeneità nella qualita dei servizi”.
In conclusione, Caponetto ha sottolineato come la legge delega sia una delle riforme del Pnrr: “Sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale un altro importante documento, una direttiva firmata dal ministro Stefani che è rivolta a tutte le amministrazioni che sono titolari di interventi sul Pnrr. Questa direttiva raccomanda alle amministrazioni che gestiscono le riscorse del Pnrr di tenere conto dei principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sia nella fase di progettazione degli interventi sia nella fase di attuazione”. Caponetto cita in particolare il principio di accessibilità, il principio della progettazione universale, il principio della non discriminazione, quello del rispetto della vita indipendente e il principio di consultazione delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità. “Il documento non è solamente un auspicio ma una raccomandazione con un suo valore giuridico, rispetto alla quale come Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità sarà avviato un sistema - speriamo non burocratico e formalistico - di monitoraggio sia dell’attuazione di questa direttiva sia di come le azioni, gli interventi e gli investimenti che sono previsti dal Pnrr riescano ad avere un impatto sulla qualità della vita delle persone con disabilità”.
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