Molteplici sono i documenti che in qualità di docenti vi trovate a dover compilare durante il percorso scolastico dei vostri alunni. Due di questi sono particolarmente importanti perché significativi nel definire gli step e le procedure alla base del processo educativo dei ragazzi. Per convenzione essi vengono identificati con le sigle PEI e PDP, ma vediamo nel dettaglio a cosa corrispondono questi due acronimi e qual è nello specifico il contenuto dei documenti.
Siete interessati all'argomento?
Allora leggete attentamente questo approfondimento a cura di scuola.net, in cui vi spieghiamo in diversi punti tutto ciò che c'è da sapere per una corretta redazione di PEI e PDP.
PEI e PDP: due piani per una scuola vicina alle esigenze di tutti gli alunni
PEI e PDP sono pensati con l'obiettivo di mettere in atto una didattica più inclusiva nei confronti dei suoi alunni e che sappia essere vicina alle loro necessità. Queste ultime sono differenti di caso in caso ed è per questo che tramite gli appositi documenti voi docenti avete la possibilità di individuare le situazioni da gestire e metterle nero su bianco, per poi definire al meglio le singole soluzioni personalizzate. Essere vicini alle esigenze dei bambini con DSA rappresenta al giorno d'oggi una priorità assoluta che deve essere ben chiara non solo ai docenti ma anche ai genitori, i quali si apprestano a intraprendere un percorso personalizzato insieme ai loro figli. Ecco perché non va sottovalutato il ruolo delle famiglie.
Ma procediamo con ordine e andiamo a vedere cosa sono PEI e PDP.
PEI: il Piano Educativo Individualizzato per la scuola
Con l'acronimo PEI si fa riferimento al Piano Educativo Personalizzato per studenti con DSA e altri disturbi dell'apprendimento. Tale documento non è di competenza esclusiva della scuola e del personale didattico, ma deve essere redatto in collaborazione con gli specialisti in ambito sociale e sanitario che si occupano del bambino/ragazzo nella sua quotidianità e lo seguono nella crescita. Ecco perché lo stesso coinvolgimento dei genitori si rivela fondamentale. Il piano riguarda nello specifico tutti gli alunni che presentano disabilità certificata secondo legge 104/1992. Si tratta dunque di situazioni piuttosto complesse che necessitano di essere gestite con la massima attenzione. Si capisce subito, dunque, il motivo per cui è importante che il piano educativo sia redatto in un determinato modo che vi spiegheremo più avanti, ma non prima però di aver compreso la differenza tra PEI e PDP.
PDP: il Piano Didattico Personalizzato
Abbiamo visto come il PEI sia previsto in caso di disabilità accertata.
Ma quali sono le categorie che hanno diritto al PEI?
Vediamolo insieme e cerchiamo di capire quali tipologie di deficit possono essere considerate valide ai fini della redazione di un piano educativo individualizzato. La prima categoria da prendere in considerazione è quella dei bambini e ragazzi che presentano disturbi dell'apprendimento. La DSA, sempre più diffusa, è quella che viene regolamentata dall'apposita legge 170 del 2010. A questa si aggiungono i casi di deficit verbale o non verbale, che incidono sulla capacità dell'alunno di esprimersi correttamente e che si affiancano al deficit motorio. Con le sigle AD e HD si intendono altri due disturbi che danno diritto al PDP e che sono l'iperattività da una parte e il deficit di attenzione dall'altra, che possono influenzare la capacità del bambino o del ragazzo di seguire regolarmente le lezioni. Non solo disabilità e deficit, ma anche un più semplice svantaggio di tipo culturale o linguistico possono rappresentare un problema in ambito scolastico. Pensiamo poi a tutti quei casi di disagio sociale sui quali la scuola è in dovere di intervenire. A differenza del PEI, dunque, il PDP include casistiche molto ampie ed estremamente diversificate tra loro, ognuna con le sue peculiarità specifiche.
Le tempistiche previste per i due piani
Per entrambi i piani è previsto che la scuola provveda già all'inizio dell'anno scolastico. In particolare, il tempo a disposizione è di massimo tre mesi, corrispondenti al primo trimestre, per redigere e chiudere il documento da utilizzare poi nel corso di tutto l'anno scolastico. È dunque indispensabile che entro il mese di dicembre il piano sia ormai definito, così da avere un programma di lavoro chiaro da mettere in atto. La collaborazione con tutti i soggetti coinvolti ma in primo luogo con le famiglie e con gli stessi alunni, soprattutto nelle scuole di secondo grado, è dunque fondamentale per poter raggiungere questo obiettivo nei tempi stabiliti.
Forma e contenuto del PEI e del PDP
Abbiamo visto a cosa servono PEI e PDP, in quali casi vengono redatti e quali sono i soggetti su cui ricade l'obbligo.
Ma come deve essere strutturato il contenuto dei due piani? Vi sono modelli prestabiliti oppure lo si può redigere secondo uno schema libero?
Per il PEI è esattamente così: il documento viene scritto in base alle informazioni che è necessario contenga in relazione al caso specifico che si sta trattando. Per il PDP, invece, il meccanismo è leggermente più complesso, in quanto tale piano deve essere messo a punto secondo un modello prestabilito che comprende innanzitutto una puntuale e attenta valutazione di quelle che sono le capacità dimostrate dall'alunno nelle diverse attività, dalla lettura alla scrittura, per definire le sue abilità a livello cognitivo e di apprendimento. Solo partendo da questi dati preliminari è infatti possibile in un secondo tempo procedere con la definizione di un piano su cui basarsi durante l'anno scolastico, per consentire all'alunno di seguire agevolmente i corsi e per effettuare una valutazione finale che sia studiata appositamente sulle sue difficoltà. Non a caso tale piano è gestito interamente dalla scuola, proprio perché riguarda l'attività che l'Istituto dovrà svolgere.
In quali casi è previsto l'obbligo di redazione dei piani PEI e PDP
C'è infine da tener presente che mentre il PEI è sempre obbligatorio e deve essere redatto per legge ogni qualvolta vi sia una disabilità certificata per un alunno, non vale altrettanto per il PDP, che è un documento facoltativo, nel senso che si rimanda alla discrezionalità del personale scolastico il ricorrere o meno a un piano di questo tipo per la gestione di ragazzi con DSA o BES, i bisogni educativi speciali. Se il PEI prevede la firma anche del personale sanitario che ne condivide con la scuola non solo la stesura ma anche le responsabilità connesse, il PDP viene firmato dal dirigente scolastico e dai genitori, anch'essi direttamente coinvolti, ma ne è direttamente responsabile solo la scuola.
PEI e PDP: come funziona in concreto
Ora che abbiamo analizzato tutti gli aspetti dei PEI e PDP, come ci si muove nel concreto?
Ovviamente per la redazione dei piani è necessario che venga convocato il Consiglio di Classe, che procede naturalmente seguendo le preziose indicazioni degli insegnanti di sostegno. Molto importante è il monitoraggio periodico dell'andamento dell'alunno, al fine anche di rivedere se necessario il suo piano personalizzato, per adattarlo ancora meglio alle sue esigenze. Proprio parlando di revisioni e aggiornamenti del piano non si può non accennare a quelli che sono stati gli adattamenti resi necessari dalla rivoluzione che nella scuola si è venuta a creare a seguito della pandemia. Le lezioni a distanza hanno portato a una didattica molto innovativa rispetto a prima e anche i piani personalizzati hanno dovuto essere adattati. Tutti i docenti hanno lavorato molto da questo punto di vista, proprio per fare in modo che anche gli alunni con disabilità, DSA o BES potessero usufruire appieno della DAD.
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