Fonte www.vita.it - La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha istituito presso il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità il tavolo tecnico che ragionerà in merito alla proposta di riforma della legge 112/2016 (un provvedimento conosciuto con la denominazione “Dopo di noi”). Il tavolo, al quale siederanno vari enti della pubblica amministrazione (tra cui le Regioni), le realtà associative e i rappresentanti dei professionisti di settore, è stato convocato per giovedì 13 aprile 2023 e vedrà la partecipazione della stessa ministra.
Al tavolo siederà tra gli altri anche Anffas, Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, che segue l’evoluzione di questa legge sin dalle prime battute. Sarà rappresentata dal presidente nazionale, Roberto Speziale, il quale ritiene «ormai indispensabile semplificare i passaggi della legge 112, per renderla più facilmente attuabile. L’esperienza ci insegna che alcune Regioni non sono riuscite a dare una completa applicazione della legge perché non sono adeguatamente attrezzate a fare dei progetti di vita così come il testo prevede. Poi c’è il tema dell’ampliamento della legge alle persone che godono della legge 104 ma non hanno la connotazione di gravità: questa è una richiesta che viene da numerose famiglie. Capita che una persona che rientra nello spettro autistico, e magari soffre della sindrome di Asperger, ha un buon funzionamento e non le è stata riconosciuta la gravità, dunque non può accedere alle misure della 112. Eppure, le soluzioni abitative previste da questa legge costituiscono un’ottima soluzione per casi del genere, nell’ottica di un percorso che le porti a raggiungere una certa autonomia. Per fare tutto ciò sono necessarie risorse adeguate: nel momento in cui ampliamo la platea dei destinatari, il fondo va adeguato, incrementato e stabilizzato. I progetti a scadenza non sono l’ideale: se avvio un percorso di distacco dalla famiglia con una soluzione abitativa autonoma, non posso ritrovarmi costretto a tornare in famiglia nel momento in cui finiscono le risorse. Sarebbe paradossale. Ecco perché occorre continuità nel tempo, attraverso un fondo unico nazionale da cui poter attingere in modo continuativo».
«Confidiamo nella sensibilità mostrata sinora dalla ministra Locatelli su queste tematiche», sottolinea il presidente Anffas. «Peraltro, la recente relazione della Procura generale della Corte dei Conti ha restituito un quadro per alcuni versi disarmante rispetto alla concreta attuazione della legge 112 sui vari territori, con alcune Regioni che addirittura non sono riuscite a spendere i finanziamenti ricevuti e, in alcuni casi, neppure a richiederli. D’altro canto, non passa giorno in cui le associazioni, le stesse famiglie e le persone con disabilità non continuino a sollecitare la cogenza di una necessità che nel “Durante noi” si possano avviare percorsi del “Dopo di noi”, anche per evitare che si arrivi ai gesti estremi che ci raccontano i fatti di cronaca, come è accaduto nei giorni scorsi. Quando un genitore anziano commette un atto d’amore, certamente terribile ma dettato dalla disperazione per ciò che accadrà al figlio o alla figlia quando lui non ci sarà più, io provo una profonda angoscia e un senso di sofferenza e impotenza. Io non posso svestirmi del ruolo di presidente Anffas, anche se io stesso sono un genitore che affronta questi problemi ogni giorno: significa che quelle persone hanno perso la speranza del domani. Non siamo riusciti, cioè, a far capire che con alcuni interventi migliorativi possiamo dare maggiore accessibilità alla 112. Se non lo facciamo, restano solo i fatti di cronaca. Questa legge riveste un’importanza epocale, non la bocciamo di certo, dobbiamo soltanto individuare dei correttivi per renderla più fruibile».
«La legge sul Dopo di noi – spiega la ministra Locatelli – ha rappresentato una straordinaria opportunità per garantire alle persone con disabilità e alle loro famiglie un percorso sicuro per il futuro. Oggi intendiamo assicurare a tutti anche un migliore tempo presente, dobbiamo dunque partire dalla norma e migliorarla, ampliarne le maglie per garantire un “durante e dopo di noi” che sia un reale percorso di accompagnamento alla vita autonoma e indipendente per le persone con disabilità, e dobbiamo renderla una legge più compresa e applicabile. Serve immaginare forme di coabitazione più flessibili e sperimentazioni specifiche per persone con un disturbo dello spettro autistico, per esempio, ma sono certa che di tutto questo, e di molto altro, ragioneranno gli illustri componenti della commissione. Il tavolo è composto da amministrazioni, associazioni ed enti che potranno confrontarsi e lavorare insieme per superare le criticità che ostacolano la piena applicazione della legge, per individuare gli interventi utili a rendere l’azione amministrativa maggiormente flessibile e coerente con le esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Abbiamo bisogno di semplificare e migliorare la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, la legge 112/2016 è uno strumento prezioso che, attraverso il progetto di vita, può davvero garantire ad ogni persona un percorso completo e partecipato nella comunità».
ANFFAS LOMBARDIA ETS
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