L’autismo è una condizione del neurosviluppo che influisce sul modo in cui una persona comunica, interagisce e percepisce il mondo. Viene solitamente diagnosticato durante l’infanzia, ma alcune persone possono non ricevere una diagnosi fino all’età adulta o non riceverla affatto.
-Perché si tarda ad avere una diagnosi di autismo, in età adulta?
Perché si camuffano i propri tratti comportamentali. Una delle ragioni per le quali alcuni adulti autistici non vengono diagnosticati (o vengono riconosciti come tali sono in età adulta) è che possono attuare svariate strategie di camuffamento per essere accettati, per poter lavorare e per poter instaurare relazioni sociali. Il mascheramento può essere più o meno consapevole e può portare a dei benefici come a dei problemi.
-I danni del camuffamento
Camuffarsi può impedire di sviluppare la propria vera identità, di esprimere i propri sentimenti e bisogni, di accedere a supporti e servizi e di trovare vera accettazione e comprensione.
-Come gestire il camuffamento, comprendendo in quali situazioni non è necessario e recuperando la propria identità?
Lo spiega nel libro di auto-aiuto ‘Togliersi la maschera’ (Edizioni Lswr) Hannah Belcher, advocate e ricercatrice con autismo che ha conseguito un dottorato di ricerca sul camuffamento, la salute mentale e la diagnosi tardiva nelle donne autistiche.
L’edizione italiana del volume è a cura di Marco Cadavero, David Vagni e Davide Moscone. Oggi docente alla User-Ied Research presso il King’s College di Londra, ha ottenuto la sua diagnosi di autismo solo in età adulta.
“Mi sono camuffata per tutta la vita- scrive nel volume Hannah Belcher– Ho cercato di mascherare i miei tratti autistici nel disperato desiderio di essere sempre accettata e di non attirare mai l’attenzione”.
Eppure, esistono strategie e percorsi di auto-aiuto che possono aiutare l’adulto a superare i limiti del mascheramento:
- recuperando ciò che rende felici;
- capendo quali azioni attuare per eliminare ansia e stress;
- ricostruendo la propria identità.
“Non si tratta di smettere completamente di camuffarsi – spiega Belcher - ma di acquisire maggior consapevolezza dei vostri pensieri, delle vostre idee e dei vostri obiettivi”
-I primi passi da fare per combattere il camuffamento
Un bambino che ha passato tutta la sua infanzia a camuffare i suoi comportamenti, sarà un adulto che non conoscerà la propria identità e le proprie caratteristiche. Un primo intervento di aiuto è accompagnare l’adulto a scegliere se e quando mascherare i propri tratti. Aiutarlo, quindi, a trovare un equilibrio tra mascheramento e smascheramento che si adatti ai suoi obiettivi e valori, e sostenerla nel “togliersi la maschera” quando lo desidera o ne ha bisogno.
-Cosa occorre prendere in considerazione, per capire se togliere o meno la maschera?
1) contesto, scopo e situazione: capire quindi se si tratta di un ambiente formale o informale; di un’interazione unica o ricorrente; di un rapporto personale o professionale
2) potenziali rischi e benefici del mascheramento: ad esempio, quali sono i benefici e gli svantaggi del mascheramento o del “togliersi la maschera” per sé e per gli altri? Quanto sono probabili e gravi? Quanto potrà essere apprezzata la propria genuinità?
-Come supportare le persone autistiche nel “togliere la maschera”?
1) promuovere un ambiente accettante, non giudicante e supportivo a casa, a scuola, al lavoro o in altri contesti, dove la persona autistica possa sentirsi al sicuro, accettata e valorizzata per quello che è;
2) fornire supporto e sistemazioni personalizzate per la persona autistica, come strumenti sensoriali, ausili per la comunicazione, storie sociali, spunti visivi, pause e feedback;
3) incoraggiare la persona autistica a esprimere i propri sentimenti e bisogni e a impegnarsi in attività che le piacciono e che trova tranquillizzanti;
4) favorire i contatti della persona autistica con altre persone o comunità autistiche, per promuovere un’autentica condivisione dell’esperienza, l’apprendimento reciproco e, più in generale, promuovere l’idea che la propria condizione di neurodivergenza non sia solo un ostacolo all’inclusione sociale ma che, al contrario, possa anche rappresentare una risorsa.
Gli esercizi di auto-aiuto
Con ‘Togliersi la maschera’’, volume di auto-aiuto, l’autrice guida il lettore per:
- comprendere il proprio camuffamento;
- riconoscere in quali situazioni viene attuato e in quali potrà essere eliminato;
- comprendere, con appositi esercizi, i propri tratti comportamentali autistici che, spesso, ha mascherato per tutta la vita.
Camuffamento consapevole: pro e contro
Il camuffamento consapevole può aiutare a evitare stigma, bullismo, maltrattamenti o discriminazione, ad avere successo sul lavoro, a fare amicizia e a provare un senso di appartenenza.
Ma può essere estenuante, stressante e dannoso per la salute mentale e il senso di appartenenza che se ne ricava è spesso parziale e incompleto, come se “mancasse” qualcosa di importante.
Quando il camuffamento è inconsapevole?
Quando la persona non è cosciente dei propri tratti autistici o non li riconosce come tali e ha interiorizzato le norme sociali delle persone non autistiche come proprie.
Così molte persone iniziano a mascherare le proprie caratteristiche fin da bambini a seguito della pressione sociale.
I danni del camuffamento inconsapevole
Il mascheramento inconsapevole può essere dannoso non solo per gli adulti ma anche per i bambini autistici, e per diverse ragioni:
1) ritarda o impedisce la diagnosi e l’intervento, poiché il bambino può sembrare che abbia sintomi più lievi o meno gravi di quelli reali;
2) causa stress, ansia, depressione e bassa autostima, in quanto il bambino può sentirsi costretto a nascondere il suo vero Sé e a conformarsi alle aspettative sociali che non sono naturali o confortevoli per lui;
3) incide sullo sviluppo dell’identità e si avranno difficoltà a riconoscere ed esprimere i propri sentimenti, bisogni, interessi e preferenze.
Non si tratta di smettere completamente di camuffarsi, ma di acquisire maggior consapevolezza dei propri pensieri, delle proprie idee e dei propri obiettivi. Il camuffamento non è necessariamente un male: è un’abilità che tutti gli esseri umani adottano e utilizzano per crescere ed è il modo in cui abbiamo imparato a socializzare come specie.
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