Si tratta di un immobile presente in via Como, conosciuta come la cascina Pelucchi, che insiste su un’area di 12 mila metri quadrati. Negli spazi agricoli scoperti prevista la coltivazione e la realizzazione di serre.
La sezione dell’Anffas di Seregno, presente dal 1978, della quale da otto anni è presidente Mauro Brambilla ha avuto il placet dell’associazione sia a livello regionale che nazionale per l’acquisto di una cascina in cui ospitare una piccola comunità di persone con disabilità per creare un centro di agricoltura sociale, con la collaborazione delle istituzioni.
«Ci siamo decisi a compiere questo passo - dice Mauro Brambilla - perché col passare del tempo, la nostra associazione ha dovuto affrontare il problema dell’aumento dell’età media dei nostri associati, che richiede non più interventi di carattere pedagogico-cognitivo, ma una necessaria formazione perché essi possano essere maggiormente integrati in un contesto sociale ordinario. Per questa ragione, abbiamo ritenuto che sia necessario fornire ai nostri ragazzi con disabilità una preparazione professionale tale da consentire loro l’inserimento in ambiti lavorativi specifici. Noi di Anffas agiremmo a supporto delle istituzioni nel perseguire il principio costituzionale di pari dignità sociale del cittadino al di là delle condizioni personali, ed aiutare le comunità locali a trasformarsi per diventare sempre più inclusive e a misura di tutti i cittadini».
Anffas Seregno ha così acquistato lo scorso mese di luglio un immobile. È un’antica cascina piuttosto malandata da tempo e in stato di abbandono dal 2005, presente in via Como, conosciuta come la cascina Pelucchi, che insiste su un’area di 12 mila metri quadrati all’interno dalla quale c’è appunto il caseggiato di 220metri quadrati su due piani e un fienile di 100 metri. Una cascina sorta alla fine dell’Ottocento, la cui proprietà e divisa tra una nota famiglia seregnese e una di Merate. In realtà la famiglia Pelucchi era solo affittuaria dell’immobile, in quanto l’ha occupato a partire dal 1928 sino al 2005. Una cascina che ha avuto sino a 20 mucche da latte, il cui prodotto fresco era molto ricercato e acquistato dai residente della zona.
«Si tratta di un progetto che potrà essere reso funzionale tra parecchi anni - ha tenuto a precisare Brambilla - in quanto ha bisogno di persone e istituzioni che ci credano sinceramente. L’intervento è lungo e necessita di finanziamenti. Siamo sicuri di poter trovare degli aiuti concreti in persone sensibili al problema. Gli spazi che verranno ricavati all’interno della cascina saranno destinati a centro di accoglienza (durante e dopo di noi), alloggi per il presidio delle strutture, spazi educativi e di relazione, spazi per la distribuzione dei prodotti agricoli e per la piccola ristorazione. Negli spazi agricoli scoperti adiacenti è prevista la coltivazione e la realizzazione di una o più serre tradizionali o aeroponiche. Gli spazi a verde serviranno alla tutela della salute fisica e del benessere psichico di persone affette da patologie croniche o disabilità. Una frase a noi tanto cara è: “Donarsi ha un magico ritorno”». Paolo Volonterio
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