In vista della Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down dell’8 ottobre, il CoorDown rilancia la campagna denominata “Scuse ridicole per non essere inclusivi”, «perché – viene spiegato -, le scuse più assurde e improbabili sono le più utilizzate per negare l’accesso e il legittimo spazio alle persone con disabilità intellettiva: dall’esclusione dalla gita di classe, alle opportunità nel lavoro, al diritto all’inclusione scolastica, al poter frequentare corsi e sport senza limitazioni, all’iscrizione nei centri estivi e nelle attività ricreative»
«Il diritto alla piena partecipazione alla vita sociale e il diritto all’inclusione delle persone con disabilità intellettiva sono ancora lontani dall’essere garantiti nel nostro Paese. Troppe ipocrisie mascherate da buone intenzioni sono alla base degli ostacoli materiali e delle fatiche emotive che quotidianamente devono affrontare le persone con sindrome di Down e le loro famiglie»: lo dichiara Antonella Falugiani, presidente del CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), che ricorda come «il messaggio contro ogni forma di discriminazione e abilismo, da noi lanciato nel marzo scorso in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2023 [se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.], abbia avuto una straordinaria risposta su tutte le piattaforme, dove le persone con disabilità, ma anche appartenenti ad altre comunità si sono riconosciuti e ci hanno raccontato le loro storie e le scuse che si sono sentiti dire, con l’hashtag #RidiculousExcuses. In occasione, dunque, della prossima Giornata Nazionale, intendiamo rilanciare quel messaggio, se è vero che il CoorDown e le Associazioni sui territori combattono ogni giorno per costruire opportunità, aprire spazi e dare risposte concrete alla richiesta di inclusione che nessuna “scusa ridicola” può fermare».
In vista, dunque, dell’imminente Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down dell’8 ottobre, il CoorDown rilancia appunto la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi denominata Scuse ridicole per non essere inclusivi, «perché – viene spiegato -, come racconta il film dall’ironia amara Ridiculous Excuses, le scuse più assurde e improbabili, ma tristemente attuali, sono le più utilizzate per negare l’accesso e il legittimo spazio alle persone con disabilità intellettiva: dall’esclusione dalla gita di classe, alle opportunità nel lavoro, al diritto all’inclusione scolastica, al poter frequentare corsi e sport senza limitazioni, all’iscrizione nei centri estivi e nelle attività ricreative».
Il messaggio della campagna verrà diffuso con l’appuntamento annuale promosso dal CoorDown, che vedrà nel prossimo weekend i volontari delle Associazioni aderenti al Coordinamento distribuire in oltre duecento piazze d’Italia il messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale), che sostiene progetti volti all’inclusione e alla partecipazione attiva su tutto il territorio nazionale (a questo link l’elenco di tutte le piazze coinvolte).
«Le persone con sindrome di Down – concludono dal CoorDown – affrontano ogni giorno episodi di discriminazione e devono lottare quotidianamente per ottenere un posto a scuola, nello sport, nei campi estivi, nel mondo del lavoro e nella vita sociale, nonostante le conquiste ottenute e l’impegno per vedere riconosciuti i propri diritti. In un mondo sempre più attento all’inclusività, però, l’esclusione non è quasi mai esplicita, spesso, infatti, vengono accampate scuse ridicole che nascondono una verità più dura e pregiudizi difficili da ammettere. Le persone con disabilità subiscono svantaggi sistematici in tutti gli ambiti della loro vita per un meccanismo pervasivo, insidioso e invisibile, dato “per scontato”: l’abilismo. Ma nessuna scusa può essere accettabile per discriminare. Non ci sono scuse per non essere inclusivi!». (S.B.)
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