Presentato il progetto e i suoi obiettivi, ovvero favorire l'emersione della violenza ai danni delle donne e delle ragazze con disabilità e proporre un modello in cui i servizi sono pienamente accessibili
La rete dei partner di Artemisia (Attraverso reti territoriali emersione di situazioni di violenza) ha partecipato alla riunione dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone con disabilità presentando il progetto e i suoi obiettivi, ovvero favorire l’emersione della violenza ai danni delle donne e delle ragazze con disabilità e proporre un modello in cui i servizi, i Centri antiviolenza e le case rifugio siano a disposizione e pienamente accessibili a tutte le donne, comprese quelle con disabilità.
L’incontro è stata l’occasione per raccontare i primi mesi di attività, mesi in cui gli operatori e gli esperti delle associazioni coinvolte hanno organizzato momenti formativi specifici rivolti alle operatrici dei centri antiviolenza e dei servizi che si rivolgono alle persone con disabilità; l’obiettivo di queste formazioni è stato quello di implementare le competenze su diverse forme di disabilità e di far conoscere le risorse presenti sui territori per il supporto e l’accompagnamento in percorsi di fuoriuscita dalle situazioni di violenza.
Ma la strada da percorrere nel contrasto alla violenza di genere ai danni delle donne con disabilità è ancora lunga. E passa anche per una serie di strumenti e interventi normativi non più rimandabili, come ricorda il Rapporto ombra al meccanismo di monitoraggio (Grevio) della Convenzione del Consiglio d’Europa pubblicato dal Forum italiano sulla disabilità (Fid).
Al netto di alcuni miglioramenti rispetto ad alcune questioni sollevate nel precedente rapporto del 2018, permangono diverse criticità. All’interno del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, ad esempio, mancano azioni concrete per attuare le misure relative alle donne con disabilità. Nel decreto che disciplina la ripartizione dei fondi nazionali alle Regioni non sono previste azioni specifiche a favore di donne e ragazze con disabilità. Infine, sebbene all’interno del piano nazionale si dia priorità alla raccolta e all’analisi dei dati, non viene prevista una loro disaggregazione che tenga conto della condizione di disabilità.
“Nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità vi sono indicazioni esplicite a considerare le caratteristiche di genere riconoscendo che, a parità di condizione di disabilità, le questioni collegate al genere incidono sulla vita delle donne, in relazione al contesto sociale e culturale e alle modalità in cui la società ne ostacola o facilita la piena partecipazione -commenta Silvia Cutrera, coordinatrice del Gruppo donne FISH-. Vale sempre la pena di ricordare il principio di eguaglianza, non discriminazione e pari opportunità sancito dall’articolo 3 della Costituzione da applicare nei centri antiviolenza e nelle case rifugio, che devono essere accessibili a tutte le donne a prescindere la condizione di disabilità, anche mediante sinergie e costruzione di reti solidali così come, ad esempio, nel progetto Artemisia”.
Progetto Artemisia è promosso da Fondazione Somaschi onlus, fondazione ASPHI onlus, LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, Ceas-Centro ambrosiano di solidarietà, fondazione Centro per la famiglia card. Carlo Maria Martini con il sostegno della Fondazione di Comunità Milano.
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