«Un passaggio importante per la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie»: così il presidente della Federazione FISH Falabella commenta l’approvazione definitiva dell’ultimo Decreto Attuativo della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità, recante “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base e accomodamento ragionevole e della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e l’attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato”, la cui sperimentazione inizierà dal 1° gennaio del prossimo anno
«Questa misura costituisce un passaggio importante per la vita delle persone con disabilità, che vedono riconosciuti più diritti, eliminando stigmi e pregiudizi come, tra l’altro, l’utilizzo di termini obsoleti e non in linea con i principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, quali “handicappato” e “portatore di handicap”. Ma soprattutto il cuore di questa riforma semplifica il sistema di accertamento dell’invalidità civile, eliminando le visite di rivedibilità e introduce il “Progetto di Vita” come strumento di accompagnamento nella vita delle persone»: così Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e componente del Consiglio di Presidenza del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), commenta l’annuncio dato dalla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli dell’approvazione definitiva dell’ultimo Decreto Attuativo della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità, recante Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base e accomodamento ragionevole e della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e l’attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, che ancor prima dell’approvazione lo stesso Falabella aveva definito su queste stesse pagine come «uno tra i passaggi fondamentali per modificare in modo sostanziale il nostro sistema e soddisfare sempre più i bisogni dei cittadini e delle cittadine con disabilità».
In particolare, Falabella si era dichiarato soddisfatto sul punto riguardante la definizione di condizione di disabilità, «ove si parla di voler analizzare e disciplinare la disabilità stessa dal punto di vista della prospettiva individuale, ma anche dell’interazione con l’ambiente, quello che costituisce uno dei passaggi cruciali della Convenzione ONU, che resta per noi il principale riferimento e che dovrà esserlo anche nella concreta applicazione della Legge 227/21».
“Si tratta del cuore della riforma – dichiara in una nota la ministra Locatelli – che sviluppa un nuovo paradigma nella presa in carico della persona con disabilità, eliminando le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali. Dal primo gennaio del 2025 si avvierà la sperimentazione, ma già da quest’anno partirà una formazione intensa e capillare tra Enti e categorie per l’adozione di questo nuovo modello».
«Iniziamo a ribaltare la prospettiva – prosegue Locatelli – e a parlare non più solo di assistenzialismo, ma di valorizzazione delle persone; semplifichiamo e sburocratizziamo gli iter e soprattutto partiamo dai desideri e dalle scelte di ogni persona, come previsto dalla Convenzione ONU, per arrivare a un percorso di vita dignitoso per ogni persona».
Sull’approvazione del Decreto si esprime anche Gianfranco Salbini, presidente dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), che afferma: «Questo nuovo Decreto è un passo avanti importante verso una società più inclusiva e attenta ai diritti di chi vive con una disabilità. In particolare, con l’introduzione del “Progetto di Vita” su misura per ogni persona e con un sistema di valutazione dell’invalidità più semplice, stiamo promuovendo maggiore indipendenza e partecipazione nella vita di tutti i giorni».
«Inoltre – aggiunge – l’abbandono dei termini “handicappato” e “portatore di handicap” non è solo un fatto linguistico, ma rappresenta un vero e proprio cambio di mentalità, perché dobbiamo essere consapevoli di quanto sia importante scegliere sempre parole che rispettino e includano tutti».
«Per quanto riguarda le Associazioni e gli Enti coinvolti in questo cambiamento – conclude – sarà cruciale una formazione intensiva e diffusa tra tutte le organizzazioni coinvolte, perché tutti devono essere pronti e informati per rendere questa nuova visione una realtà a partire dal 2025. Questa riforma, infatti, è una grande occasione per le persone con disabilità, le loro famiglie e per l’intera comunità e anche se la strada è ancora lunga, con determinazione e impegno possiamo costruire un percorso di vita pieno di dignità per tutti». (S.B.)
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