Sull’inclusione scolastica non si indietreggia!

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Le dure prese di posizione – sintetizzabili nelle parole «sull’inclusione scolastica non si indietreggia!» – pronunciate dai presidenti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), Vincenzo Falabella e Gianfranco Salbini, a commento delle affermazioni sulle «classi di scuola con “caratteristiche separate”» di cui ha parlato nei giorni scorsi il generale Vannacci, candidato alle prossime elezioni europee, in un’intervista a «La Stampa»

«Faremo le barricate per difendere i diritti degli studenti e delle studentesse con disabilità. Non è possibile indietreggiare sull’inclusione scolastica. Non negozieremo mai i diritti delle persone con disabilità. Ho già sentito il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara che ha fornito rassicurazioni, ma credo sia urgente anche una presa di posizione netta e definitiva da parte del segretario della Lega Salvini cui chiediamo un confronto affinché la Lega stessa chiarisca la propria posizione sui diritti degli studenti con disabilità, a partire dall’inclusione scolastica. Tra l’altro, come dimostrano i continui confronti con le Associazioni di persone con disabilità di altri Paesi, la legislazione italiana è un esempio e un modello per molti Stati stranieri»: lo dichiara in una nota Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH, a proposito dell’intervista rilasciata nei giorni scorsi a «La Stampa» dal generale Roberto Vannacci, candidato quale indipendente alle prossime elezioni europee per la Lega in ogni circoscrizione e da capolista in quella di Italia Centro.
In tale intervista, Vannacci aveva tra l’altro detto di credere «che delle classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare». Alla successiva domanda, poi («Sembra discriminatorio. Cosa farebbe con chi ha disabilità o ritardi nell’apprendimento?»), aveva risposto: «Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convito che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita. O almeno, così è stata la mia vita».

Su tali affermazioni, anche l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) ha diffuso la posizione del proprio presidente nazionale Gianfranco Salbini, che nel «ribadire l’impegno della nostra Associazione a difendere i diritti delle persone con disabilità e a promuovere un’educazione inclusiva e rispettosa della diversità», dichiara che «le dichiarazioni del generale Vannacci sulla possibilità di reintrodurre classi speciali rappresentano un serio rischio per l’inclusione scolastica, valore imprescindibile per una società civile e avanzata. Le sue affermazioni non solo vanno contro i principi di uguaglianza e i diritti umani, ma rappresentano anche una violazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che è la Legge 18/09 dello Stato Italiano».
«Pertanto – conclude – ribadiamo la posizione netta e inequivocabile della nostra Associazione in difesa dell’inclusione scolastica e dei diritti delle persone con disabilità, chiedendo inoltre al Governo e a tutte le forze politiche di aumentare gli sforzi e gli investimenti per garantire una scuola inclusiva di qualità, una scuola in cui l’inclusione non sia uno slogan, ma una realtà tangibile, una scuola in cui la presenza dei ragazzi e delle ragazze con disabilità non sia vissuta come un “peso”, o come un “freno” per l’espressione delle potenzialità, ma al contrario come un valore aggiunto nel percorso formativo di tutti gli studenti e le studentesse e come arricchimento anche per chi all’interno della scuola lavora». (S.B.)

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