«Sfidiamo Governo e Parlamento sull’inclusione scolastica – scrive Vincenzo Falabella – chiedendo finalmente che si agisca in modo concreto e agli organi d’informazione chiediamo che sia dia spazio a coloro che da anni rivendicano diritti e pari opportunità. Che quando cioè si parla di disabilità, vengano chiamate a farlo le stesse persone con disabilità e le organizzazioni che ne tutelano i diritti. Quasi 50 anni dopo la prima svolta, che archiviò le “scuole speciali”, è l’ora di una nuova svolta: quella di un’inclusione reale ed effettiva per tutti gli alunni e le alunne con disabilità»
Dapprima le dichiarazioni dell’intellettuale Galli Della Loggia sui mali della scuola italiana, dovuti, a suo dire «al mito dell’inclusione». Più recentemente le incaute dichiarazioni del generale Vannacci, candidato alle elezioni europee, che nonostante abbia successivamente affermato di «essere stato frainteso», aveva esplicitamente parlato di «classi separate per le persone con disabilità». Ora anche le parole di Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, secondo il quale «servono psicologi nella scuola, gli insegnanti di sostegno non sanno cosa sia il sostegno».
Tutte voci che hanno avuto e continuano ad avere grande visibilità negli organi d’informazione, voci che arrivano da persone non certo esperte, a quanto sappiamo, di inclusione degli alunni/alunne con disabilità. E qualcuno, come il generale Vannacci, lo ha pure ammesso apertamente…
Ma le voci dei veri esperti? Quelli che da decenni si occupano di questa materia con competenza e incisività? Quelli che compongono l’Osservatorio Ministeriale Permanente sull’Inclusione?
Sono le voci di coloro che in questo momento non possono esprimersi, per un semplice motivo: che quell’Osservatorio, al di là di un formale incontro del marzo scorso, non viene oramai convocato dal Ministero dal mese di settembre dello scorso anno. Eppure si tratta di un organismo fondamentale per garantire la buona qualità dell’inclusione scolastica, tramite le proprie proposte al Ministero stesso, volte a migliorare la normativa esistente e ad adeguarla alle nuove esigenze che richiedono modifiche innovative nella didattica e nella prassi quotidiana della comunità scolastica.
Eppure, aggiungiamo, di temi da discutere ce ne sarebbero eccome, a partire dal comprendere le ragioni per cui un Decreto Legislativo importante, come il n. 66 del 2017 (Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107), contenente una serie di prescrizioni che dovrebbero realmente far progredire il processo inclusivo, resta tuttora inapplicato, non essendone stati emanati, dopo sette anni (!) i Decreti Attuativi.
Per chi scrive, poi, è un fatto particolarmente negativo veder languire una Proposta di Legge condivisa dopo un ampio dibattito dall’intera rete associativa della nostra Federazione FISH, presentata sin dalla fine del 2021. Quella Proposta di Legge – e chi segue questo giornale lo sa bene – punta in generale a garantire una sempre maggiore continuità didattica per gli alunni/alunne con disabilità, chiedendo tra l’altro l’istituzione di apposite classi di concorso per il sostegno, in modo da favorire vere scelte professionali per chi si avvia a questa carriera didattica. Una Proposta di Legge che parla anche di assistenti all’autonomia e alla comunicazione, di scuole paritarie e altro ancora, che sempre chi scrive, in qualità di consigliere e responsabile dell’Osservatorio Disabilità del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), ha ora depositato anche presso tale organismo.
Abbiamo apprezzato, in tal senso, la recente introduzione, da parte del ministro Valditara, di un articolo nel “Disegno di Legge Semplificazioni”, che può finalmente garantire la continuità didattica dei docenti di sostegno precari. Ma non è certo sufficiente. I temi di cui abbiamo accennato, infatti, sono tanti e tali da richiedere quanto prima un aperto dibattito negli organismi “giusti”, come il citato Osservatorio sull’Inclusione di cui chiediamo quanto prima l’urgente convocazione.
Non possiamo più accettare, infatti, che di inclusione degli studenti e delle studentesse con disabilità si continui a parlare a colpi di “sparate”, che servono solo a creare confusione e inquietudine per le persone con disabilità e le loro famiglie, mentre i temi veri ed essenziali rischiano di continuare a giacere nei “cassetti” dei palazzi istituzionali.
Sfidiamo dunque il Governo e il Parlamento su tali àmbiti, chiedendo in primo luogo che si arrivi al più presto ad un’apposita classe di concorso per il sostegno e ai mass-media chiediamo una volta per tutte che sia dia spazio a coloro che da anni sono impegnati a rivendicare diritti e pari opportunità. Che quando cioè si parla di disabilità, vengano chiamate a farlo le stesse persone con disabilità e i rappresentanti delle organizzazioni che ne tutelano i diritti.
Quasi cinquant’anni dopo la prima svolta, quella che archiviò le “scuole speciali”, è l’ora di una nuova svolta: quella di un’inclusione reale ed effettiva per tutti gli alunni e le alunne con disabilità, senza più far parlare altri al posto nostro!
ANFFAS LOMBARDIA ETS
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