«Imboccata la “giusta” strada», avevamo scritto la scorsa settimana, a proposito di quella questione che tanta inquietudine e indignazione aveva suscitato da parte delle persone con disabilità, delle loro famiglie e delle organizzazioni che le rappresentano, riguardante il Messaggio n. 3495 prodotto il 14 ottobre dall’INPS sull’assegno mensile per gli invalidi civili parziali, erogato a persone di età tra i 18 e i 67 anni, con invalidità riconosciuta tra il 74% e il 99%, che non svolgano attività lavorativa (287,09 euro al mese). «Quel Messaggio prodotto dall’INPS – aveva spiegato il Centro Studi Giuridici HandyLex – nasce dal fatto che per un certo periodo lo svolgere un lavoro che non facesse superare il limite di reddito stabilito per l’erogazione dell’assegno era considerato al pari dell’inattività lavorativa e pertanto non precludeva l’iscrizione al collocamento. Ora invece l’INPS, sulla scorta della giurisprudenza formatasi in materia, ritiene che lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del reddito ricavato, precluda il diritto al beneficio. L’assegno mensile di assistenza previsto dall’articolo 13 della Legge 118/71 sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti gli altri requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’effettiva inattività lavorativa del soggetto beneficiario».
Su tale situazione, ricordiamo, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), con il supporto tecnico del proprio Centro HandyLex e insieme all’altra Federazione FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), aveva direttamente interloquito sia con la ministra per le Disabilità Erika Stefani, sia con lo stesso presidente dell’INPS Pasquale Tridico, sottolineando la necessità di modificare l’articolo 13 di quella stessa Legge 118/71 che, come detto, è alla base del Messaggio n. 3495 prodotto dall’Istituto, eliminando in sostanza l’inciso riguardante lo svolgimento di attività lavorative da parte delle persone beneficiarie dell’assegno di invalidità civile parziale. In tal senso, il Presidente dell’INPS aveva prodotto rassicurazioni sul fatto che proprio su quella linea si intendesse procedere.
Ebbene, come aveva informato il 27 ottobre l’Agenzia ANSA, «su proposta del ministro del Lavoro Orlando, in sede di conversione del Decreto Legge Fiscale [Decreto Legge 146/21, N.d.R.] sarà presentato un emendamento che riporterà il riconoscimento dell’assegno di invalidità ai disabili, indipendentemente dallo svolgimento di un’attività lavorativa. Tale emendamento, riportando ad una corretta applicazione la normativa vigente, prevede che l’assegno mensile di invalidità [parziale, N.d.R.] dovrà essere riconosciuto a prescindere dallo svolgimento di un’attività lavorativa, dove quest’ultima non determini il superamento del limite di reddito considerato come condizione per l’accesso alla prestazione dall’attuale normativa».
Una pubblica conferma di tale iniziativa è arrivata ieri, 3 novembre, durante il “Question Time” in Parlamento, ove lo stesso ministro Orlando ha reso nota «la consapevolezza da parte del Governo che si rende indispensabile un immediato intervento legislativo».
«In questo modo – commenta con soddisfazione il presidente della FISH Vincenzo Falabella – si ristabiliranno le condizioni giuste per far sì che le persone con disabilità siano accompagnate e non disincentivate all’inserimento al mondo del lavorativo. Constatando quindi come abbia pagato la nostra azione di interlocuzione e pressione, attendiamo ora che venga data concretezza all’intervento legislativo annunciato dal ministro Orlando». (S.B.)