Il tema è al centro di un recente saggio di Giuseppe Arconzo. Una lettura preziosa all'indomani dell'approvazione della Legge delega al governo in materia di disabilità
“I diritti delle persone con disabilità” (Franco Angeli) è un libro di Giuseppe Arconzo, professore associato di Diritto costituzionale e Delegato del Rettore per le disabilità e dsa nell'Università Statale di Milano, è un’opera che ricostruisce la storia e l’attualità delle norme che regolano gli interventi in favore delle persone con disabilità, la cui lettura e analisi è oggi particolarmente preziosa, nel momento in cui vi è in atto un tentativo di riordino e evoluzione della normativa stessa, grazie all’approvazione nel dicembre 2021 della Legge delega al governo in materia di disabilità.
La ricostruzione del passato e del presente dei “diritti delle persone con disabilità” avviene attraverso la presentazione delle principali leggi che si sono succedute nel tempo insieme ai numerosi interventi grazie ai quali la Corte Costituzionale ha contribuito al definire in modo puntuale i punti fermi di cui il legislatore (nazionale e regionale) deve tenere conto e rispettare.
Emerge il quadro di un sistema di norme frammentato frutto di interventi stratificati che si sono succeduti nel tempo, cercando di adeguare le norme allo sviluppo del pensiero sulla disabilità ma senza mai mettere in discussione un impianto che nasce più per rispondere a esigenze di protezione che di emancipazione. Il volume ha 280 pagine suddivise in cinque capitoli a loro volta articolati in numerosi paragrafi che spaziano -sempre nel campo del diritto- dagli aspetti storici a quelli sovranazionali per poi approfondire i diversi temi specifici dalla Costituzione italiana fino ai giorni nostri.
Un percorso che ci aiuta a comprendere le difficoltà di questa lunga fase di transizione, non ancora compiuta, tanto nel campo del diritto come nella società e nella vita delle persone con disabilità, di pieno riconoscimento e rispetto di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali di tutte le persone con disabilità. Una fase in cui i principi, le affermazioni e le prescrizioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità si fanno strada nel panorama legislativo italiano senza (per il momento) riuscire a realizzare quel “cambio di paradigma” che avrebbero dovuto generare.
Vi è un diffuso consenso oggi, testimoniato da quanto previsto dalla Legge delega, che il cambio di passo nelle politiche in favore delle persone con disabilità debba avvenire attraverso una modifica e un adeguamento del linguaggio, l’adozione di un approccio antidiscriminatorio e con un modello di welfare sempre più personalizzato. Questioni che richiamano i principi costituzionali di pari dignità, uguaglianza e solidarietà. Ma è nella stessa Costituzione che ritroviamo le radici di un sistema di interventi per le persone con disabilità che trova la sua giustificazione nella “inabilità lavorativa” (Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale).
La questione della disabilità diviene un oggetto dibattito pubblico solo a partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento ed è partire da questi anni che inizia una notevole produzione legislativo che determinano le attuali politiche sulla disabilità. Solo per citare le pietre miliari: legge 482/68 (collocamento obbligatorio), legge 517/77 (integrazione scolastica), legge 180/78 (legge Basaglia), legge 104/92 (legge quadro sulla disabilità), 162/98 (piani personalizzati), 68/99 (collocamento mirato), 328/00 (rete dei servizi sociali e progetto individuale), 06/04 (amministratore di sostegno), 06/07 (antidiscriminazione), 18/09 (ratifica della Convenzione Onu), Dpcm, 159/13 (Isee), 112/16 (Dopo di noi). A queste bisogna poi aggiungere la Sentenza 275 del 2016 della Corte Costituzionale che afferma come debba essere “la garanzie dei diritti incomprimibili a incidere sul bilancio e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione”.
Un susseguirsi di norme che vedono modificare anche il linguaggio e la rappresentazione e definizione stessa di quel fenomeno che oggi chiamano disabilità ma che nel 1971 viene descritto come invalidità e nel 1992 come handicap. Norme che rimangono entrambe in vigore nonostante l’evidente divergenza dei due approcci.
La pubblicazione entra nel merito poi di diversi temi specifici a partire da quello della scuola, dove è sempre opportuno ricordare il livello avanzato, a livello internazionale, delle nostre norme in favore dell’inclusione scolastica. E poi le questioni relative all’accessibilità, al lavoro, all’assistenza e alla vita indipendente.
Emerge un quadro delle politiche in favore delle persone con disabilità importante e significativo, che ha cercato e sta cercando di tenere il passo con i tempi, con le istanze delle persone con disabilità e la normativa sovranazionale: un sistema che si fonda su un mix tra erogazioni economiche e prestazioni assistenziali, tutt’altro che armonico e che mantiene una forte impronta familistica.
Come si è detto la pubblicazione del libro precede il percorso che ha portato all’approvazione della Legge 227 del 2021 che delega al governo di emanare importanti atti in materia di disabilità. Proprio le scelte e le scadenze che abbiamo di fronte rendono la lettura del lavoro del professor Arconzo particolarmente utile e interessante.
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