«Ci sono in cantiere tante riforme», ricorda Vincenzo Falabella, Presidente della Fish, «a cominciare da quelle previste dalla Legge Delega in materia di disabilità, si tratta di un’occasione storica che non possiamo assolutamente perdere». Speziale (Anffas): «Dimissioni comprensibili, ma da ritirare per responsabilità. Chiediamo l’immediata riconfigurazione di un governo che possa essere all’altezza del compito che lo attende»
«Chiediamo con fermezza e convinzione al Presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi di andare avanti e di spiegare al Parlamento le tante buone ragioni che impongono in questo momento di proseguire l’azione del Governo»: questo l’appello al Presidente Draghi di Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a nome di tutta la propria rete associativa nazionale e locale. La Fish chiede quindi «un’assunzione forte di responsabilità, in un momento tanto difficile come quello attuale, dopo due anni e mezzo di pandemia, con una guerra in corso nel cuore dell’Europa e una crisi economica che sta colpendo in particolare proprio le persone più fragili e segnatamente quelle con disabilità».
«Ci sono in cantiere tante riforme», ricorda il Presidente della Fish, «a cominciare da quelle previste dalla Legge Delega in materia di disabilità, sulle quali stiamo collaborando insieme ai Ministeri competenti per elaborare i Decreti Attuativi. Si tratta di un’occasione storica che non possiamo assolutamente perdere, per fornire risposte certe ad oltre 4 milioni di persone con disabilità del nostro Paese e ai loro familiari».
«Non bisogna perdere più tempo – conclude Falabella – e per questo, unitamente a tutto il nostro movimento associativo e alle realtà che compongono il Terzo Settore, chiediamo alle forze politiche presenti in Parlamento un’assunzione concreta di responsabilità che consenta di trovare una rapida soluzione a questa crisi di governo in un quadro di solidarietà nazionale».
Anche Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas, si è espresso pubblicamente chiedendo a Mario Draghi una retromarcia poiché questo «nonostante tutto e tutti, è il momento di convergere nella ricerca delle soluzioni che è possibile mettere in atto, nella situazione data, per portare il Paese fuori dal baratro nel quale è precipitato». La richiesta esplicita di Speziale a Draghi è quella di ritirare le dimissioni, «nell’ esclusivo interesse dell’Italia e degli Italiani, nel solco dell’esempio fornito dal Presidente Mattarella in occasione della sua recente rielezione». Le dimissioni infatti, «in un momento così drammatico per l’Italia e per gli Italiani, pur avendone mille ragioni», «inevitabilmente, hanno finito con il concorrere nel peggiorare ulteriormente la già precaria situazione del Paese» e «fare le spese di tali dimissioni è stato il Paese». Se fossi Draghi, prosegue Speziale nel suo post su Facebook, spiegherei alle Camere che «le dimissioni sono state un gesto improvvido e, persino, sconsiderato ma che non è stata lasciata altra possibilità per tentare di uscire dall’empasse in cui il Governo è venuto a trovarsi. Poi spiegherei a Conte ed a tutte le forze politiche che compongono il governo che questo non è il momento per mettere paletti e condizioni, tanto più se di matrice ideologica». La via d’uscita? «L’immediata riconfigurazione di un governo che possa essere all’altezza del compito che lo attende. A fronte ad un simile gesto di generosità e responsabilità chiederei, da Presidente del Consiglio, a tutte le forze politiche (maggioranza e minoranza) forze sociali; regioni ed autonomie locali; forze produttive; sistema finanziario e giudiziario, di convergere su un unico obiettivo: salvare l’Italia e gli Italiani».