«Con questa campagna globale tocchiamo un tema che riguarda ognuno di noi: dare un nome e rendere visibile un fenomeno che le persone con sindrome di Down e i loro genitori, fratelli, sorelle e caregiver sperimentano quotidianamente», commenta Antonella Falugiani, presidente di CoorDown. «Sembrano forse piccoli eventi, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di incosapevolezza che segnano però le vite e i cuori di chi le subisce».
Per Falugiani, infatti «È arrivato il momento di abbattere anche questo muro e smascherare le false “buone intenzioni” di chi per pigrizia o mancanza di comprensione ancora esclude le persone con disabilità intellettiva. Con questa campagna daremo spazio e voce a ragazzi, ragazze, bambini e adulti con le loro famiglie che ci racconteranno quante scuse ridicole hanno dovuto ascoltare e come hanno reagito per affermare il diritto a partecipare e a decidere su ogni aspetto della loro vita».
In quasi due decenni di attività, CoorDown è stata testimone di molte conquiste in termini di diritti e di inclusione, ma le persone con sindrome di Down affrontano ancora ogni giorno episodi di discriminazione e esclusione. Le persone con disabilità intellettiva, infatti, devono ancora lottare per ottenere un posto a scuola, nei campi estivi, nello sport, sul posto di lavoro e nella vita sociale.
In questi ultimi anni l’organizzazione è stata anche la promotrice di campagne dal forte impatto come #DammiPiùVoce, in cui vip del calibro di Sharon Stone rilanciavano le testimonianze dei ragazzi down, al #DearFutureMom del 2014 che parlava con delicatezza della decisione di portare avanti la gravidanza di un figlio con sindrome di Down (censurato dalla Francia), passando per #TheHiringChain sull’inclusione lavorativa la cui colonna sonora ha l’inconfondibile voce di Sting e #JustTheTwoOfUs dedicata alla sessualità e alla vita amorosa (ne abbiamo scritto qui)
- Sembrano forse piccoli eventi, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di incosapevolezza che segnano però le vite e i cuori di chi le subisce - Antonella Falugiani
Oggi si arriva un nuovo capitolo perché l’esclusione che permane non è quasi mai diretta ed esplicita. Spesso vengono addotte scuse ridicole che nascondono una verità più cruda e un atteggiamento discriminatorio. Le persone con disabilità subiscono svantaggi sistematici in tutti gli ambiti della loro vita per un meccanismo pervasivo, insidioso e invisibile, dato “per scontato”, quello che viene definito vero e proprio abilismo. Abilismo - spiegano a CoorDown - è una parola dal significato ampio che riguarda le norme, il senso comune e i codici, spesso inconsapevoli e non riconosciuti, che modellano le nostre idee e le rappresentazioni che abbiamo sulla disabilità. Parlare di abilismo ha l’obiettivo di denunciare come le discriminazioni siano un tema trasversale che riguarda anche le persone con altre disabilità o neurodiversità, ma non solo. È necessario anche porre l’attenzione verso altre diversità e gruppi sociali svantaggiati che vivono le stesse esperienze.
«Con questa campagna globale tocchiamo un tema che riguarda ognuno di noi: dare un nome e rendere visibile un fenomeno che le persone con sindrome di Down e i loro genitori, fratelli, sorelle e caregiver sperimentano quotidianamente», commenta Antonella Falugiani, presidente di CoorDown. «Sembrano forse piccoli eventi, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di incosapevolezza che segnano però le vite e i cuori di chi le subisce».
Per Falugiani, infatti «È arrivato il momento di abbattere anche questo muro e smascherare le false “buone intenzioni” di chi per pigrizia o mancanza di comprensione ancora esclude le persone con disabilità intellettiva. Con questa campagna daremo spazio e voce a ragazzi, ragazze, bambini e adulti con le loro famiglie che ci racconteranno quante scuse ridicole hanno dovuto ascoltare e come hanno reagito per affermare il diritto a partecipare e a decidere su ogni aspetto della loro vita».
La campagna è nata dalla collaborazione con l’agenzia Small di New York ed è stata prodotta da Indiana Production e Tinygiant per la regia di Stoney Sharp. La musica è stata composta e realizzata da Stabbiolo Music.
«Siamo molto felici di tornare a collaborare con CoorDown per la giornata mondiale sulla sindrome di Down. Quando abbiamo sentito che tipo di scuse ricevevano le persone con sindrome di Down e i loro familiari per essere esclusi, ci siamo detti che queste scuse meritavano di essere portate alla luce e ridicolizzate» commentano Luca Lorenzini e Luca Pannese, Executive Creative Directors, Small New York. «Con gli amici di Stabbiolo ci siamo inventati un jingle che sottolineasse quanto davvero questi argomenti fossero assurdi. Non sarebbe bello se tutti coloro che vengono discriminati imparassero questo jingle e lo cantassero come risposta a chi, con un sorriso di circostanza, si inventa scuse per escludere? Non sarebbe bello se lo imparassero persone con sindrome di Down, sì, ma anche persone con altre disabilità, o qualunque altra persona che viene discriminata?».
Anche nel 2023 la campagna internazionale di sensibilizzazione di CoorDown è stata realizzata con il contributo di diverse associazioni internazionali tra cui Down’s Syndrome Association (UK), Down Syndrome Australia, Global Down Syndrome Foundation, New Zealand Down Syndrome Association, Best Buddies International, National Down Syndrome Society, Karachi Down Syndrome Program ed è patrocinata da DSi – Down Syndrome International.
Hashtag ufficiali della campagna sono: #RidiculousExcuses #WorldDownSyndromeDay #WDSD23