Sarà operativo dal 1 gennaio 2025, al servizio dei cittadini: si è concluso oggi in Consiglio dei Ministri l’iter per l’istituzione del Garante Nazionale per i diritti delle persone con disabilità, secondo quanto previsto dalla delega conferita al Governo ai sensi della legge 22 dicembre 2021, n. 227.
«Il Garante sarà un punto di riferimento per molti cittadini, un organismo operativo e con propria autonomia e indipendenza per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, e nel rispetto della Convenzione Onu», ha spiegato la ministra Alessandra Locatelli.
«Con l’istituzione del Garante si fa un ulteriore passo verso l’attuazione della Legge delega in materia di disabilità. Ora si dovrà lavorare affinché questo incarico venga affidato ad una persona competente, che conosca davvero il mondo della disabilità: dovrà essere una figura autonoma, super partes, di garanzia, che stimoli l’applicazione della Convenzione Onu e che, dove ci siano criticità, intervenga immediatamente per la garanzia della tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie»: Vincenzo Falabella, presidente della Fish, commenta così la notizia.
Un secondo requisito per il futuro Garante e per l’organismo collegiale previsto è la capacità di ascolto: «C’è bisogno di un interlocutore che sappia ascoltare le istanze delle persone con disabilità e delle loro famiglie. In questo senso la relazione con il mondo associativo è fondamentale, perché le associazioni e in particolare le due grandi federazioni Fish e Fand potranno riportare a questo nuovo organismo le sollecitazioni delle persone con disabilità e delle famiglie, andando a condividere un percorso strategico che possa essere da pungolo per la politica e per l’apparato amministrativo del Paese», aggiunge Falabella. «Perché oggi la maggiore criticità è la carenza di una gerarchia amministrativa e l’eccesso di burocrazia, che attanaglia le persone e comprime l’esigibilità dei diritti».
I tempi ci sono perché questa figura sia davvero operativa dal 1° gennaio 2025? Secondo Falabella la risposta è sì. «Il governo sta procedendo velocemente e questo è di buon auspicio anche rispetto ai restanti decreti applicativi della riforma. Come Fish siamo pronti a collaborare con il nuovo organismo e confidiamo in un coinvolgimento diretto nella fase di individuazione di coloro che andranno a comporre l’organismo collegiale che formerà l’Autorità Garante», dice.
È una disponibilità alla candidatura? Falabella non si sottrae alla domanda. «No, non ho nessuna velleità a ricoprire questo ruolo né sono nelle condizioni di potervi aspirare: il mio mandato come presidente della Fish dura fino al 2027», dichiara Falabella. «La mia vocazione e interesse è quello di continuare a rappresentare le associazioni che si riconoscono nella Fish, un mondo che mi ha dato tanto e che mi continua a dare tanto, soprattutto nello svolgere quel ruolo di pungolo per la politica che la federazione continua ad avere. La nostra è una realtà che è cresciuta moltissimo negli ultimi tre anni, sia a livello quantitativo con otto nuove realtà nazionali che hanno aderito alla federazione nell’ultimo anno o stanno per farlo, sia a livello qualitativo, per il livello di contenuti e di dibattito. La Fish esiste perché ci sono le realtà associative che la compongono, lo ribadisco sempre: insieme stiamo davvero cambiando la cultura sulla disabilità, dall’assistenzialismo alle pari opportunità».
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