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Avete mai provato a trovarvi in una condizione di disabilità magari dovuta ad un piccolo infortunio? Vi siete resi conto di come tutte le incombenze quotidiane diventino veramente difficili? Dal vestirsi, alle barriere architettoniche quando si esce di casa, alla fruizione dei vari servizi pubblici. E se la disabilità fosse permanente?
L’enciclopedia Treccani definisce la parola disabile come riferita a soggetti che abbiano qualche minorazione fisica o anche psichica di grado relativamente non grave. Se già si vivono difficoltà architettoniche, ambientali e sociali con una minorazione non grave proviamo ad immaginarci come deve essere affrontare la quotidianità con una disabilità grave. Questa può essere sia fisica, con una compromissione importante o con l’impossibilità del movimento, o intellettiva dove sono comprese da varie forme di insufficienza mentale a disturbi dello spettro autistico. Se la vita di tutti i giorni crea non poche difficoltà quando una persona con grave disabilità ha un problema di tipo sanitario le difficoltà normalmente si moltiplicano. Le persone con gravi disabilità non riescono ad usufruire dell’ospedale perché è fatto e costruito in maniera standard per persone con bisogni normali. Per alcuni infatti anche solo spiegare e dire di avere dolore diventa impossibile e alcuni problemi psichici fanno si che luoghi che possono apparire non amichevoli come gli ospedali diventino per il paziente un vero trauma.
Un reparto dedicato all’accoglienza ospedaliera delle persone con gravi disabilità
In Lombardia due chirurghi dell’ospedale S. Paolo di Milano hanno dato il via ad un progetto diventato reparto: il DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) dedicato all’accoglienza ospedaliera delle persone con grave disabilità intellettiva e neuromotoria. Questo reparto, fiore all’occhiello della sanità italiana, è stato replicato altre venti volte in altre regioni italiane, ogni giorno accoglie e aiuta la gestione di tutto ciò che riguarda l’assistenza sanitaria per le persone con disabilità gravi e i loro familiari.
In questa puntata de “La salute che viene” ne parliamo con Filippo Ghelma, medico chirurgo Direttore della struttura complessa DAMA presso l’ospedale San Paolo di Milano – Polo Universitario, ricercatore e docente del Dipartimento di Scienze della salute dell’Università degli Studi di Milano e membro del comitato scientifico della “Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità in Ospedale”.
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